Robert Kennedy

Discorso molto bello e interessante, fatto da Robert Kennedy (fratello di JFK) tre mesi prima di essere ucciso.


Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell'ammassare senza fine beni terreni.
Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell'indice Dow-Jones, né i successi del
paese sulla base del prodotto nazionale lordo (PIL).

Il PIL comprende anche l'inquinamento dell'aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana.
Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari, comprende anche la ricerca per migliorare la disseminazione della peste bubbonica, si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte, e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari.
Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l'intelligenza del nostro dibattere o l'onestà dei nostri pubblici dipendenti.
Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribunali, né dell'equità nei rapporti fra di noi. Il Pil non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese. Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta. Può dirci tutto sull'America, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere Americani.
Link: http://www.youtube.com/user/Layer84

Commenti

angelo 33 ha detto…
Un discorso memorabile,di alto idealismo.
Profondo,vibrante,sempre attuale.

Esso infonde speranza in un mondo migliore,più umano.

Dove l'uomo sia un fine, un valore assoluto in sè e non un mero strumento da usare per altri uomini.

Non siamo sempre egoisti e lupi degli altri come Hobbes sosteneva,rassegnato.
C'è in noi una scintilla divina che ci orienta al bene. Da tenere viva e coltivare.

E' stato il discorso più ispirato tra tutti quelli, sempre pregnanti, dei Kennedy.

Un icona del ventesimo secolo.

Che consolazione ascoltarlo oggi, in un Italia mai così degradata,corrotta,involgarita, imbarbarita nella sua storia.

Dove il denaro e la visibilità mediatica sono tutto.

Dove chi cerchi il rispetto della legge è considerato un sovversivo e dove troppi fanno il comodo loro.

Un paese, infatti, guidato da un avventuriero, eccezionalmente impudente ed impunito, il quale con sovrumana insolenza e per salvarsi dalla rovina per una miriade di reati gravissimi commessi nel tempo per costruire la sua fortuna, ha piegato il paese ai suoi squallidi interessi privati.

Giungendo perfino a far emanare diverse leggi apposta per sè, in grave danno alla collettività ed in barba ad elemetnari principi di civiltà costituzionale.

Un personaggio che è proprio l'opposto di Bob Kennedy.

Il quale sta a Bob come le tenebre alla luce,come il diavolo all'acqua santa.

Ho sempre stimato moltissimo Bob ed è stato più coraggioso,coerente e profondo del fratello maggiore.

Quando era Ministro della Giustizia per essere rigoroso e coerente con la sua coscienza si fece numerosi mortali nemici.

Primo fra tutti la potentissima mafia italo americana.

Che sfidò aviso aperto, senza compromessi.

Per tale intransigenza e rigore il fratello non lo voleva nella sua squadra,tanto che il padre glielo dovette imporre.

I soliti disfattisti che cercano il male ovunque lo hanno infangato attribuendogli un relazione con la povera Marilyn Monroe.

Ma solo un cristiano cattolico vero può scegliere di avere undici figli a neppure quarant'anni di età.

Dopo la morte del fratello con encomiabile spirito di servizio alla collettività ed anche per accertare chi avesse organizzato l'omcidio del fratello, si candidò alla Presidenza. Pur sapendo molto bene a quali gravissimi pericoli e vendette andasse incontro.

Onesto e molto sensibile verso i serissimi problemi del suo paese (mai così diviso e dilaniato dalla questione razziale e dalla guerra nel Vietnam) ed ai gravissimi squilibri nel mondo che ne minavano la pace, propose un progetto politico di respiro globale ancora più rivoluzionario,incisivo ed audace di quello del fratello.

Un progetto più attento agli abusi commessi dai paesi ricchi verso quelli poveri.

Così che la "nuova frontiera" delineata dal fratello si spingesse oltre,tanto da abbracciare il mondo intero.

Fu l'unico politico che ebbe lo straordinario coraggio di andare,solo, senza scorta, incontro ai neri americani,inferociti, nei loro ghetti, appena dopo l'assassinio di Martin Luther King. Per cercare di pacificare lanazione.
I neri compresero che era uno di loro.

Il suo programma era così ardito e irto di severissimi ostacoli e nemici che l'espressione del suo volto durante la campagna del 1968 era tanto tenace e decisa quanto segnata dal dolore e velata di tristezza.

Come se già presagisse il suo tragico destino di vittima.

Il profeta Isaia avrebbedetto come un agnello condotto al macello.

Ma credeva nell'uomo, per cui non si tirò indietro e volle combattere per far valere i suoi ideali.

Lasciando,così, al mondo una traccia ed un esempio luminosi ed incancellabili di sensibilità umana per le sorti del mondo, di dedizione al suo paese, di coerenza e dicoraggio.

Che grande Presidente sarebbe stato !

E cosa sarebbe stata l'America guidata da lui.

La sua stella splende,vivissima, nel cielo.


Angelo Balzano.

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