Aiutiamo il Perù, l'Amazzonia e il Madagascar.



Appello di AVAAZ.org

Proteggiamo i diritti dei popoli autoctoni- Salviamo l'Amazonia
.

Il Perù è il teatro di violenti scontri fra dei gruppi autoctoni che cercano disperatamente di proteggere l'Amazzonia e il governo che ha promulgato delle leggi che autorizzano lo sfruttamento intensivo delle miniere e del legno, ed un'agricoltura a grande scala al posto della foresta pluviale (per coltivare mais e olio di palma, i biocarburanti per le nostre auto!).
Se, il governo e le industrie vincono, la foresta peruviana e i suoi abitanti subiranno immensi danni le cui ripercussioni saranno catastrofici per l'intero pianeta.
La petizione che troverete in inglese QUI e in francese QUI se potete firmatela e appoggiate la lotta coraggiosa della popolazione autoctona per la protezione dell'Amazonia e del Mondo!
Un politico latino americano celebre e rispettato la consegnerà a vostro nome al presidente Alan Garcia.

TRADUZIONE DEL MESSAGGIO:

Petizione per il presidente del Perù, Alan Garcia:
Noi vi invitiamo a cessare immediatalmente la repressione brutale delle manifestazioni autoctone, a sospendere le leggi che offrono l'Amazonia alle industrie estrattive, e a ingaggiare un vero dialogocon i gruppi autoctoni per mettere fine al onflitto e di rispondere alle loro esigenze e ai loro diritti legittimi.
Dopo questo appello di AVAAZ.org 163 580 persone hanno manifestato il loro appoggio alla lotta de popoli autoctoni.
In risposta delle grida di protesta, i leggislatori peruviani hanno sospeso a titolo temporaneo i decreti contestati - questo dimostra che la pressione comincia a dare dei risultati - continuiamo!

Da Free Machines
Pubblico un'appello di Solidarmondo

In questi giorni la situazione in Perù sta peggiorando.
Dal 9 aprile 2009 le popolazioni native della foresta amazzonica sono in sciopero pacifico per manifestare contro la decisione del governo di VENDERE la terra e le sue risorse alle multinazionali, senza tenere in considerazione ciò che questo comporta, in primo luogo per le popolazioni locali, ma anche per il mondo intero.

La comunità di Codroipo (UD), oramai da 10 anni, è in contatto con la comunità di Yurimaguas (provincia dell'Alto Amazonas, dipartimento di Loreto, a nord-est del Perù), ed ha sempre seguito con attenzione l'evolversi di questa situazione. Il primo giugno a Codroipo è stato ospite il vescovo di Yurimaguas ed una rappresentante dei Misioneros de Jesus che hanno presentato in un incontro pubblico questa difficile situazione, aggravata questo fine settimana dall’'intervento dell'esercito.

Proprio per questo, con il sostegno del Centro Balducci ed alcune associazioni di immigrati peruviani della nostra regione, diffondiamo questo appello con l’intenzione di far conoscere quello che sta avvenendo e di raccogliere sottoscrizioni da parte di associazioni, enti, istituzioni, ecc.

Vi chiediamo la disponibilità ad aderire all’appello, per ora verrà fatto solo l’elenco delle associazioni senza le firme… più siamo e più forza possiamo avere. Lo stesso appello verrà inviato da associazioni spagnole e tedesche con le quali siamo in contatto.

L’appello verrà inoltrato:
- alle autorità del Perù dove ci sono stati i primi scontri, si contano 30 morti tra i nativi, 5 poliziotti e 150 arresti
- per conoscenza a organismi internazionali per la difesa diritti umani
- alle associazioni peruviane che conducono la mobilitazione, in segno di solidarietà
- agli organi di stampa nazionali

Abbiamo i tempi molto stretti se vogliamo intervenire prima che sia troppo tardi per cui avrei bisogno di una risposta veloce.
Grazie!

Articolo correlato: La verità sul massacro peruviano

Da Salva le Foreste

La Daewoo alla conquista del Madagascar. E scoppia la rivolta.


L'acquisizione da parte della Daewoo di 1,3 milioni di ettari di terreno, pari a oltre la metà della terra coltivabile del Madagascar, ha scatenato la rivolta nel paese. Enormi manifestazioni sono sfociate in scontri di piazza, con decine di vittime. Il ministro dell'Interno, Gervais Rakotonirina, ha annunciato la rimozione del sindaco di Antananarivo, leader dell'opposizione.
In base all'accordo siglato col governo malgascio, la multinazionale coreana avrà pieno diritto sui terreni per 99 anni. La Corea del Sud ha fame di terra, e l'ha trovata in Madagascar. In questo paese però, i diritti di proprietà sulla terra sono incerti, e i contadini temono di perdere i propri campi. Ma in pericolo sono soprattutto le foreste, in quanto, secondo il manager della Daewoo Hong, "si tratta di terra totalmente non sviluppata, incontaminata. E noi daremo lavoro rendendola coltivabile, e questo è buono per il Madagascar". Quello che il signor Kong omette è che la maggiore ricchezza del Madagascar consiste in un patrimonio biologico unico al mondo. Il Madagascar infatti ospita da solo il 5% delle specie animali e vegetali del mondo, l'80% delle quali sono specie endemiche, ossia si trovano solo sull'isola e in nessuna altra parte del mondo. Fra gli esempi più noti di questa eccezionale biodiversità ci sono la famiglia dei lemuri, tre famiglie endemiche di uccelli, le numerose specie di camaleonti e i tipici baobab.
L'impresa automobilistica coreana non si interessa all'agricoltura a caso: le terre del Madagascar non dovranno fornire cibo per i malgasci, né per i coreani, ma mais e olio di palma, per il biodiesel, l'oro liquido che dovrà sostituire il petrolio, ormai agli sgoccioli.
L'accordo è contestato anche dai contadini coreani, che vedono sempre più terreni ceduti all'industria.
Intanto, a 80km dalla capitale, la canadese Sherritt International ha avviato la costruzione di una delle più grandi miniere di nichel e cobalto del pianeta. L'impianto sorgerà in un'area che ospita 1.400 specie di piante da fiore, 14 specie di lemuri e oltre 100 di rane, la maggior parte delle quali endemiche.

Commenti

Anonimo ha detto…
no comment!

maledetti

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