L'oro italiano? A Manhattan La Fed detiene parte dei lingotti

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ROMA, 1 agosto 2009 - Sono circa 2.500 le tonnellate di verghe e lingotti in oro di proprietà della Banca d'Italia, ma solo una parte riposa al sicuro nelle sorvegliatissime 'sagrestie' (così vengono chiamati in gergo i caveau di via Nazionale). Una gran parte della dote aurifera dell'Italia si trova infatti oltreoceano, a Manhattan. E' qui infatti, nei sotterranei di un anonimo palazzetto di pochi piani, vicino alla sede della Federal Reserve di New York, che la banca centrale Usa custodisce la maggior parte dell'oro di sua competenza e i quantitativi che le principali potenze economiche occidentali le hanno affidato.

Anche l'Italia, come altri paesi, ha da molti anni affidato la custodia fisica di parte del proprio oro alla Federal Reserve (altri quantitativi sono immagazzinati nei forzieri della Banca d'Inghilterra e nei sotterranei della Banca dei regolamenti internazionali a Basilea). Mentre parte di quello custodito in via Nazionale è affidato alla Banca Centrale Europea.

Il fascino di Palazzo Koch, comunque, anche dal punto di vista di forziere centrale, rimane intatto. Passeggiando nelle 'sagrestie' del palazzo infatti, è ancora possibile imbattersi in verghe 'fuori misura' (il peso standard utilizzato nelle transazioni internazionali è attualmente di 12,5 chilogrammi, ma la Banca d'Italia ne conserva da 14, 16, fino ad arrivare ad una 'magnum' da 17 chili), con punzoni e simboli stampigliati (si possono ancora vedere, in alcuni casi, le svastiche naziste). Una sorta di galleria che, attraverso l'oro, ripercorre la storia dell'ultimo secolo.

Altri quantitativi di lingotti si trovano nei forzieri della Banca d'Inghilterra e nei sotterranei della Banca dei regolamenti internazionali a Basilea, in Svizzera. Infine, parte dell'oro custodito a Roma, in via Nazionale, è affidato alla Bce.

Commenti

Alba Kan ha detto…
La Banca d'Italia quando divenne privata, contro il suo stesso statuto che dice debba essere pubblica, incassò 62.000.000.000 di euro, 40 in riserve auree e 22 in valuta pregiata.
Altri paesi europei, sotto la stessa convenzione della BCE utilizzano questi soldi, e sono autorizzati ogni anno ad immettere sul mercato l'equivalente di 5 tonnellate di oro, a riduzione del debito pubblico.
Nonostante i bei discorsi dei vari governatori della Banca d'Italia e dei vari governi sul debito pubblico questi soldi non vengono usati e rimangono nelle loro casse.
lo stato non è mai indipendente dalle banche, ma ne è l'ostaggio tanto quanto noi ne siamo gli schiavi...
E adesso si viene a sapere che questo oro che appartiene di diritto al popolo italiano non è nemmeno sul nostro territorio...
;(
paolo ha detto…
Pazzesco. Quelle 'pecore matte' dei goyim sono talmente stupide da affidare il distillato aureo dei propri sacrifici all'Ebreo Internazionale, avido per definizione di tutti i beni della Terra e del sangue delle Nazioni.

Quell'oro non lo rivedremo mai più. E' in buone mani. Non se lo lasceranno mai più sfuggire, nemmeno con la forza poichè la forza ultima, definitiva sono 'loro'.

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