Scacco matto al Trattato di Lisbona


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28 agosto 2009 (MoviSol) - Come avevamo anticipato, la sentenza della Corte Costituzionale tedesca del 30 giugno ha reso virtualmente impossibile una ratifica generale del Trattato di Lisbona da parte di tutti i membri dell’Unione. Come prontamente osservò il prof. Giuseppe Guarino, il Parlamento tedesco, incorporando le prescrizioni della sentenza nella nuova legge di ratifica, approverà un testo diverso da quello approvato dagli altri stati membri dell’UE, e questo ne sancirà l’incostituzionalità, sicuramente secondo la legge italiana e verosimilmente anche per gli altri paesi.

Uno dei principali sostenitori del Trattato, il capogruppo democristiano tedesco al Parlamento Europeo Hans-Gert Pöttering, ha ammesso proprio ciò in un attacco pubblico al proprio partito, dopo che questi ha raggiunto un accordo con il partito-fratello, la CSU, sul testo della nuova legge di ratifica. La CDU-CSU propone di allegare al testo una risoluzione in cui si chiede di comunicare alla Commissione, al Consiglio Europeo e a tutti gli stati membri, che la Germania considera costituzionale il trattato solo “in conformità con le motivazioni” della sentenza costituzionale.

Il capogruppo democristiano al parlamento tedesco, Volker Kauder, ha scritto una lettera al collega socialdemocratico Peter Struck chiedendo sostegno alla risoluzione. Per la ratifica del trattato c’è bisogno dei voti di CDU e SPD, per cui i socialdemocratici ora sono in una difficile situazione: se respingono la risoluzione, salta la ratifica; se l’accettano, sottoscrivono quella che è una riserva sostanziale, anche se non formale.

La corrente filo-Lisbona è sotto scacco. Lo ha ben riconosciuto Pöttering, il quale ha affermato che se la risoluzione verrà approvata, ciò significherà che anche tutti gli altri membri dell’EU dovranno accettarla. Pöttering l’ha definita “un diktat verso gli altri stati membri”, ammettendo implicitamente che la Corte Costituzionale tedesca ha cambiato il testo del trattato.

Nel frattempo nella Repubblica Ceca, un gruppo di senatori del partito ODS (Democrazia Civica) pianifica un ricorso costituzionale per chiedere la sospensione della ratifica del trattato fino a quando non sia cambiata la normativa per le leggi di ratifica. I senatori sostengono che un trasferimento di poteri come quello sancito nel trattato debba essere approvato da una maggioranza costituzionale, e cioè da almeno il 60 per cento di Camera e Senato, mentre la legge di ratifica è stata approvata con una maggioranza semplice.

I senatori preparano anche un ricorso contro il trattato stesso, le cui sorti sono legate al risultato del referendum irlandese del 2 ottobre prossimo. Il Presidente ceco Vaclav Klaus ha ripetutamente affermato che egli non intende firmare la ratifica prima dell’esito del referendum. Inoltre, le elezioni anticipate nella Repubblica Ceca, previste per il 9 e 10 ottobre, comporteranno un ulteriore ritardo.

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