Tramonta il mito del colesterolo (cattivo)

Tramonta il mito del colesterolo (cattivo)
La causa della maggiore incidenza di infarti e ictus potrebbe essere nelle proteine che trasportano il grasso

Il mito del colesterolo sta (forse) per tramontare. A chiedersi ora se questo grasso del sangue sia davvero il gran colpevole di infarti e ictus non sono i soliti «grilli parlanti» dei siti web alternativi, ma molti rappresentanti del mondo scientifico. E da loro potrebbe arrivare, prima o poi, un’assoluzione per il celebre big killer della salute. L’ultima spallata al dogma che colesterolo alto è uguale a rischio cardiovascolare l’ha data lo studio Enhance che dimostra come due farmaci anticolesterolo insieme (l’ezetimibe che ne inibisce l’assorbimento intestinale e la simvastatina che ne riduce la produzione nel fegato) non siano meglio della simvastatina da sola. In altre parole: è vero che i due abbassano di più il colesterolo nel sangue, ma questo non si traduce in un reale beneficio per le arterie. Perché? E soprattutto perché le aziende hanno dato con ritardo i risultati di questo studio?

Secondo un commento pubblicato sull’Herald Tribune e firmato da Gary Taubes, corrispondente della rivista Science, l’equivoco è di fondo. E cioè: si è sempre confuso il colesterolo con le proteine che lo trasportano nel sangue, le lipoproteine. Il carico con il mezzo di trasporto. E il colesterolo è diventato buono o cattivo a seconda che sia veicolato da lipoproteine a alta densità (Hdl) o a bassa densità (Ldl). Potrebbe, dunque, non essere il colesterolo in sé il vero nemico (l’infarto colpisce anche persone con colesterolo normale), ma un’anomalia delle lipoproteine. E infatti due farmaci insieme, pur abbassando di più il colesterolo, non prevengono le placche. Rimane però il fatto che la simvastatina e le altre statine prevengono le malattie cardiovascolari. E’ probabile allora che questi medicinali funzionano non tanto perché abbassano il colesterolo, ma perché agiscono con altri meccanismi, per esempio riducendo l’infiammazione.

Nonostante questi dubbi, però, l’Fda, l’ente americano per il controllo delle medicine, continua a registrare farmaci per la prevenzione delle malattie cardiache solo in base al fatto che riducono le Ldl e le autorità sanitarie conducono campagne di prevenzione puntando sul colesterolo. Dimenticando, a volte, che i farmaci hanno effetti collaterali che vale la pena affrontare se i benefici sono reali. E molti si chiedono quale sia il ruolo dell’industria farmaceutica. Industria che, nel caso dello studio Enhance, ha rivelato con due anni di ritardo i risultati negativi, lasciando che milioni di pazienti continuassero la terapia. Il fatto è che il mercato degli anticolesterolo è semplicemente gigantesco. Un esempio: nel 2005 il fatturato dell’atorvastatina è stato di oltre 12 miliardi di dollari.

Le industrie hanno tutto l’interesse a promuovere l’ipotesi colesterolo, ad allargare la quota di consumatori di farmaci anticolesterolo (lo hanno fatto riducendo sempre di più i livelli normali nel sangue in modo da creare più «malati» come ha già denunciato il British Medical Journal) e a giocare sull’ipotesi colesterolo buono (da aumentare) e cattivo ( da ridurre) per proporre nuove molecole dal momento che stanno scadendo i brevetti di quelle vecchie. Peccato però che un farmaco con questo nuovo meccanismo d’azione, il torcetrapib, invece di prevenire infarti e ictus li provoca (lo studio è stato interrotto un anno fa). Un’altra prova che il colesterolo non sarà più di moda?

Adriana Bazzi
http://www.corriere.it/

Commenti

xtravaned ha detto…
Ma quanto fanno cagare le case farmaceutiche...Insieme ai banchieri sono il cancro del pianeta!
Anonimo ha detto…
è vero le case farmaceutiche ti propinerebbero anche diossina se potessero dimostrare che fa guarire i brufoli,ma...
ho provato ad andare in erboristeria x risolvere alcuni problemi di salute,e......sorpresa :
* nn ho trovato erbe con cui poter fare infusi o decotti
* ma ho trovato barattolini minuscoli di preparati liofilizzati,concentrati,estratti
* il cui costo però risulta davvero esorbitante,tenuto conto della nn mutuabilità ,ovvio.
dico che sicuramente le cure naturali che si raccomandano nei vari blog sono meno tossiche o nn lo sono x nulla e nn hanno effetti collaterali ma quanti se le possono permettere ? personalmente ho acquistato in "erboristeria " se ancora si può chiamare così e credo di nn potermi pemettere di continuare questo tipo di cure.
ringrazio anticipatamente tutti coloro che volessero aiutarmi a spendere un po meno utilizzando comunque rimedi naturali.^_^
Giuditta ha detto…
Anonimo, io potrei consigliarti, dipende da che tipo di problema. Spesso mi sono curata, e ho consigliato cure ad famigliari e amici, con erbe etc. con ottimi risultati e a basso prezzo. Per esempio: per una piorrea sanguinolenta, massaggi con acqua di mare e/o sanguinaria (dentifricio). Per una cistite batterica, infusi di fiori di erica. E me stessa, 2 macchie sospette al seno, con una buona disintossicazione dai grassi idrogenati e schifezze simili. Se vuoi qualche consiglio scrivimi: tuttouno@yahoo.it

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