OGM il genocidio alimentare

OGM inutili e dannosi

Intervento di ISIS sul comportamento di un editore nei confronti di una ricercatrice che ha sottoposto per la pubblicazione il suo lavoro sugli OGM
Di Pietro Perrino

Premessa

La dott.ssa Irina Ermakova, dell'Accademia Russa delle Scienze, alcuni anni fa, dopo aver letto diversi lavori sull’uso delle colture geneticamente modificate (GM) ed aver constatato che tutti riportavano risultati positivi, cioè senza problemi per la salute, ha voluto verificare di persona con alcuni suoi esperimenti.
L’idea scaturì dalla lettura della Dichiarazione di un Gruppo di Scienziati Indipendenti, sul sito web di ISIS (Institute of Science in Society) di Londra, che metteva in risalto i pericoli delle colture GM. Rimase scioccata nell’apprendere che era possibile trovare geni estranei al genoma delle cellule di diversi organi di mammiferi dopo un’alimentazione con cibi GM e quindi che le colture GM potevano essere dannose per i mammiferi così come per farfalle ed insetti impollinatori.
Fu così che Ermakova iniziò la sua sperimentazione ad hoc per studiare gli effetti che poteva avere la soia GM sulla salute dei ratti (mammiferi) e dei discendenti per cinque generazioni. La differenza tra i suoi esperimenti e quelli delle compagnie biotech è che lei ha alimentato femmine di ratti, prima, durante e dopo la gravidanza per anche per più di cinque generazioni, mentre il protocollo applicato dalle compagnie biotech è sconosciuto o è discutibile.
I risultati di Ermakova mostrano che ratti alimentati con soie GM presentano molti problemi. Le ratte divengono più ansiose e aggressive, si presenta un’alta mortalità di cuccioli già nella prima generazione, oltre a disturbi di funzioni riproduttive e cambiamenti patologici negli organi interni di maschi e femmine. Mostrano, inoltre, la mancanza di cuccioli nella seconda generazione di ratti alimentati con soia GM, poiché accoppiandosi risultano completamente sterili.
Alcuni risultati di questa sperimentazione sono stati presentati alla conferenza “Scienziati e Membri del Parlamento Europeo per un’Europa libera da OGM” svoltasi a Brussel il 12 giugno 2007. Ermakova mostrò ai partecipanti l’evidenza fotografica abbastanza sconvolgente di varie malformazioni, forme nane e striminzite di cuccioli, di malattie (incluse lesioni cancerose) e cuccioli morti le cui madri erano state alimentate con soie GM della “Monsanto’s Roundup Ready”.
Il pubblico sbalordito non ebbe più dubbi che con il cibo GM qualcosa non funziona e che quindi bisognava imporre un bando urgente sulla vendita della soia GM piuttosto che essere permissivi, chiudendo un occhio sull’atteggiamento dell’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza
Alimentare) e di altre autorità governative, che invece di essere super partes prendono per buoni i risultati sperimentali delle compagnie biotech.

Fatto

Ermakova ha inviato alla rivista scientifica Nature Biotechnology il manoscritto relativo alla sperimentazione svolta sui ratti allo scopo di essere sottoposto alla valutazione dei referee e quindi eventualmente di essere pubblicato.
Accade, invece, che l’editore della rivista scientifica Nature Biotechnology, Andrew Marshall, pubblica, senza consultare l’autrice Ermakova, un suo articolo dal titolo “GM Soybeans and health safety – a controversy reexamined” (Soia GM e sicurezza alimentare – il riesame di una controversia), Marshall, A. Nature Biotechnology 25, 981 – 987, 2007. l’articolo si può prelevare al sito: http://www.nature.com/nbt/journal/v25/n9/abs/nbt0907-981.html

Marshall inizia l’articolo con il seguente sommario:
“Uno studio senza precedenti che dichiara che la soia transgenica compromette la fertilità dei ratti e la sopravvivenza e crescita dei discendenti ha richiamato l’attenzione dei media e della politica, ma resta non pubblicato nella letteratura dei referee. Segue, qui, un resoconto del lavoro del principale investigatore, Irina Ermakova, con i commenti di diversi ricercatori del settore.”
Quello che si legge da pag. 981 a pag. 987 è una serie di domande e risposte come se Ermakova fosse stata intervistata, in realtà l’intervista è frutto dell’immaginazione di Marshall e degli esperti chiamati in causa, fra l’altro tutti legati all’industria biotecnologica.

Intervento di ISIS (lettera firmata)

Per favore fate circolare quanto più è possibile la lettera che segue e scrivete la vostra a Nature Biotechnology.
All’editore di Nature Biotechnology, Andrew Marshall (a.marshall@natureny.com), al Capo Esecutivo della MacMillan Ltd, Richard Charkin (exec@nature.com), al Direttore per la Gestione delle Pubblicazioni di Nature di Londra, Annette Thomas (exec@nature.com), ed al Capo Editore delle Pubblicazioni di Nature di Londra, Philip Campbell (p.campbell@nature.com)
Scriviamo da parte dell’Institute of Science in Society per esprimere il nostro più profondo disappunto sul vostro recente articolo pubblicato riguardante la dott.ssa Irina Ermakova ed il suo lavoro “Soia GM e sicurezza alimentare – il riesame di una controversia, Marshal, A. Nature Biotechnology 25, 981 – 987, 2007, (http://www.nature.com/nbt/journal/v25/n9/abs/nbt0907-981.html). L’articolo è grossolanamente ingiusto verso la Dott.ssa Ermakova e certamente non fa parte delle migliori tradizioni di pubblicazioni scientifiche.
La Dott.ssa Ermakova ci ha riferito che avrebbe dovuto essere coautrice di un articolo riguardante il suo lavoro. Quello che è apparso è invece un lavoro scritto da Lei, contenente commenti di un gruppo composto completamente da gente legata all’industria biotecnologica. I commenti non sono stati mai mostrati alla dott.ssa Ermakova prima che l’aticolo venisse pubblicato, la quale, quindi, non ha avuto il diritto di rispondere.
Ci sono giornali che rutinariamente pubblicano critiche di lavori insieme alla pubblicazione degli stessi lavori. Ciò può essere un modo efficace per richiamare l’attenzione su lavori importanti e controversi, evitando che sfuggano a possibili sfide. Questi giornali generalmente aderiscono ad alcune importanti regole. Il lavoro in questione è scritto dal ricercatore(i); non da un giornalista.
I commenti di altri scienziati sono pubblicati insieme con il lavoro, seguiti da una risposta generale dell’autore(i). alcuni dei commentatori possono essere noti per essere molto critici o persino ostili al punto di vista dell’autore, ma il gruppo dovrebbe comprendere anche altri commentatori che non sono ostili. Ciò è molto diverso da quello che Lei ha fatto.
Lei ha sbagliato nel non chiarire alla Dott.ssa Ermakova che avrebbe usato il suo contributo, al punto da non mostrargli nemmeno le bozze di quello che è stato praticamente pubblicato sulla rivista. Questo modo di fare è più appropriato ad un giornale scandalistico che ad un giornale scientifico serio, per cui una sua pubblica dichiarazione sull’accaduto come ad una svista potrebbe funzionare come un gesto per riparare al danno. Lei ha sbagliato anche nel non dare alla Dott.ssa Ermakova di rispondere alle critiche. Ora gli deve essere dato lo spazio giusto nel giornale di rispondere pienamente alle critiche sul suo lavoro, senza ulteriori commenti sia da parte sua sia da parte del suo gruppo impegnato come sostenitore delle biotech.

Dr. Mae-Wan Ho
Professor Peter T. Saunders,
Institute of Science in Society, PO Box 51885
London NW2 -9DH, www.i-sis.org.uk, e-mail: m.w.ho@I-sis.org.uk

Conclusioni

Siamo nel terzo millennio, l’uomo (Homo sapiens) ha alle sue spalle almeno 10 mila anni di storia. E’ successo di tutto, non ci dovrebbe essere più niente di cui meravigliarci, eppure di fronte ad episodi come quello sopra descritto alcuni di noi continuano a reagire come se fosse accaduto qualcosa di nuovo. N aturalmente, è una reazione giusta ed opportuna, poiché l’evoluzione ha bisogno di una lotta continua contro chi fa di tutto per accelerare la nostra estinzione e nel caso specifico lo fa agevolando l’ingegneria genetica per produrre piante, animali e microrganismi GM, che oltre ad essere inutili sono anche nocivi. Purtroppo è ormai sin troppo evidente che chi spinge le compagnie biotech, alcuni ricercatori ed editori di riviste scientifiche a favorire la produzione e diffusione di OGM è l’affare sporco e non la scienza.
Editori come quello di Nature Biotechnology dovrebbero essere severamente puniti se vogliamo migliorare la società. Questo può diventare possibile se saremo di più a lottare, facendo sentire le nostre ragioni, opinioni e commenti nelle diverse ed opportune sedi.

(1) Pietro Perrino, Dirigente di Ricerca del CNR c/o l’Istituto di Genetica Vegetale di Bari
Via G. Amendola 165/A - 70126 Bari, Italy
Tel. 080.5583608; fax: 080.5585861; cell. 339.191.5903;
e.mail: pietro.perrino@igv.cnr.it

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