Vasellina per le pecore...la crisi di sfiducia del dollaro.

Obbligazioni e vasellina di Eugenio Benetazzo
Pubblicato il 24/09/2008
sul suo blog:
http://www.eugeniobenetazzo.com/articoli.htm
http://www.youtube.com/eugeniobenetazzo



Lo avevo già predetto nel Maggio del 2006, il miglior investimento per gli anni a venire sarebbe stato l'acquisto di azioni di società che producono vasellina, perchè ve ne sarebbe stata una fortissima richiesta nel successivo biennio. Andate a rileggervi quello spiritoso redazionale per capire perchè adesso la vasellina è ampiamente richiesta dai piccoli risparmiatori italiani. Iniziamo con lo svegliare tutte quelle persone che dormono nell'innocente torpore accompagnato dalle affermazioni rassicuranti delle nostre autorità istituzionali che non sanno più come tranquillizzare il pubblico risparmiatore italiano. Secondo autorevoli, quanto discutibili, fonti mediatiche, l'attuale crisi finanziaria (la peggiore di sempre) non contagierà più di tanto il vecchio continente ed il nostro paese: questo perchè le banche italiane ed europee non sono avventate e spudorate come quelle statunitensi che adesso si scontrano con il mostro che loro stesse hanno creato (il profitto indiscriminato). Infatti le banche italiane, per fare un esempio, non hanno erogato mutui al 100 % a persone che non hanno un reddito certo come in America, e nemmeno hanno cartolarizzato posizioni di debito ipotecario quando si sono rese conto che anche in Italia si stava verificando una sistematica incapacità di onorare i propri debiti nel lungo termine in seguito al progressivo rialzo dei tassi di interesse.

Secondo le fonti istituzionali, a farla grande, forse saranno state un paio di banche nel nostro paese ad aver erogato mutui ad intervento integrale, gonfiando le perizie di valutazione degli immobili pur di rendere congrua la rata del mutuo con il reddito mensile percepito e riuscire così a fare budget. Di cosa vi stupite ! Ormai si cerca all'inverosimile di nascondere anche quello che è stato palese agli occhi di tutti per numerosi anni pur di evitare una crisi di fiducia da parte del sistema. Crisi che molto presto si riverserà anche sulle tasche di ignari risparmiatori che avevano investito in prodotti a capitale protetto e rendimento garantito, come le polizze index linked o le obbligazioni strutturate, nella speranza di almeno riprendersi l'integralità del proprio conferimento qualora i mercati avessero subito perdite o fossero state colpite da un andamento sfavorevole rispetto a quello pronosticato. E a questo punto si apre un vaso di pandora: infatti adesso si profilano rischi non indifferenti che vanno dall'impossibilità di smobilizzare la propria posizione fino alla perdita anche totale di quanto investito, nonostante la garanzia del capitale.

Prima di proseguire oltre è opportuno spiegare che cosa sono e come sono costruiti questi prodotti di investimento, in parte strumenti finanziari ed in parte assicurativi. Sostanzialmente, per semplificare al massimo, una obbligazione strutturata rappresenta l'unione di due strumenti finanziari a se stanti: una obbligazione tradizionale (emessa da un emittente con rating elevato) ed un prodotto finanziario derivato (come ad esempio, un'opzione su un indice di borsa). Quanto sopra esposto possiamo avallarlo anche per una polizza index linked (il cui capitale assicurato dipende dal valore di un indice azionario o di un altro valore di riferimento). Passiamo adesso a descrivere le operazioni finanziarie che effettua la banca che vi ha proposto l'obbligazione strutturata di turno: supponiamo che abbiate conferito 100.000 euro. Con questo importo viene sottoscritto l'obbligazione tradizionale che fa da sottostante alla polizza index linked, una obbligazione diciamo emessa da una primaria banca internazionale il cui rating è indiscusso. Questa obbligazione paga una cedola annuale del 4 % pari a 4.000 euro annui di interesse. La vostra banca a questo punto anticipa di tasca propria i 4.000 euro che percepirà alla fine dell'anno e li investe in prodotti finanziari sofisticati, come le opzioni su un indice di borsa, confidando in un rialzo di quell'indice per gli anni successivi. Il vantaggio di investire acquistando opzioni è duplice: infatti se il tal indice si muove al rialzo come si prevedeva, i 4.000 euro investiti potrebbero anche raddoppiare o triplicare, nel caso in cui invece questo non si verifichi, ovvero l'indice di riferimento scende piuttosto che salire, i 4.000 euro svaniscono in quanto il valore delle opzioni sugli indici si riduce a zero.

Con questa architettura è possibile pertanto investire anche su mercati molto volatili come gli indici azionari, mantenendo comunque la garanzia sul capitale in caso di andamenti avversi alle proprie aspettative, infatti trascorso un anno la vostra banca incassa l'interesse dell'obbligazione che ha per voi sottoscritto e copre la perdita dei 4.000 euro anticipati per effettuare la speculazione sull'indice di borsa. Naturalmente si può verificare che l'andamento degli indici si manifesti secondo le proiezioni ed analisi della vostra banca: in questo caso l'interesse percepito su base annua dalla vostra obbligazione strutturata o dalla vostra polizza index linked diventa significativa, anche oltre il 10 %. Per come vi è stato descritto il tutto potete capire che volendo ognuno si potrebbe costruire da solo la propria obbligazione strutturata acquistando un titolo obbligazionario di first standing come il Bund (titolo di stato tedesco con scadenza decennale). E qui ora arriviamo al cuore di quanto vi voglio svelare con questo redazionale: le tecniche di marketing per vendere questi prodotti spingono molto sulle caratteristiche esplicite del prodotto ovvero il capitale protetto ed il rendimento garantito.

Tuttavia in pochi, temo, si soffermino a leggere quanto riportato nelle offerte di sottoscrizione o nei documenti di sintesi di queste obbligazioni strutturate o di queste polizze unit linked. Alle voci "Rischio Emittente" o "Garanzie" quasi tutti i modelli riportano la stessa frase di rito ovvero "il contraente assume il rischio di credito connesso all'insolvenza degli emittenti del portafoglio finanziario strutturato: pertanto, esiste la possibilità che il contraente ottenga, al momento del rimborso, un ammontare inferiore al capitale nominale". Questa clausola viene riportata molto spesso anche in grassetto, per far capire a chi sottoscrive il prodotto che la famosa frase fatta "capitale protetto e rendimento garantito" vale solo in teoria, infatti qualora l'emittente andasse in default o fallisse, il proprio capitale andrebbe a gonfiare le fila di penose vicende finanziarie stile Argentina o Cirio.

Sappiate che in quest'ultima settimana molti prodotti a capitale protetto (obbligazioni strutturate o polizze index linked) si sono polverizzati in quanto avevano come sottostante una obbligazione tradizionale di Lehman Brothers !
Inutile raccontarvi di quante banche italiane ora facciano a gara a ritirare la raccolta per la tal obbligazione strutturata di turno sapendo benissimo il marcio del sistema ed i rischi per chi le sottoscrive. Chi invece avesse sottoscritto in passato prodotti di questa fattezza è vivamente invitato ad informarsi quanto prima sulla consistenza del sottostante della propria polizza od obbligazione strutturata (per conoscere chi è l'emittente che dovrebbe garantire loro almeno il capitale versato), e qualora fosse ormai troppo tardi, di procurarsi una abbondante confezione di vasellina con relativo applicatore per sopportare con maggior serenità il dolore che avvertiranno dall'ennesima sodomia finanziaria.

Maggio del 2006
TUTTI A PECORA
di Eugenio Benetazzo
La festa è finita. Vi siete divertiti, vi siete strafogati, avete cantato e ballato fino all’inverosimilie e vi
siete indebitati. Adesso è il momento che cominciate ad aprire gli occhi ed a svegliarvi dal torpore
innocente del tanto qualcuno ci penserà. Ma soprattutto è il caso che cambiate. Che vi cambiate.
A cominciare proprio dalle mutande. Un copioso stock di mutande d’acciaio è il miglior
investimento che potete fare per il vostro benessere e per la consistenza del vostro portafoglio nei
mesi ed anni a venire.
Per chi fosse ancora imbambolato e intorpidito dal bombardamento mediatico del tubo catodico
con i suoi pupazzetti e show strippacervelli, vi riassumo qui sotto l’attuale scenario planetario in
termini di parametri e congiunture strutturali raggiunte:
- indebitamento statunitense ai massimi storici con livello di crescita senza alcun freno inibitorio
e conseguente svalutazione del dollaro (ipotesi del cambio euro/dollaro a 1,5 molto verosimile);
- livello dei prezzi delle materie prime (commodities) senza paragoni con la storia (tanto per
ridere una monetina da un centesimo di euro vale più del suo valore facciale in virtù del suo
contenuto di rame);
- corsa silenziosa delle banche centrali all’aquisto di oro ed alla svendita di dollari;
- outlook inquitante sul prezzo del petrolio per i prossimi mesi/anni in conseguenza del
raggiungimento del picco di produzione mandiale di greggio e all’ormai imminente conflitto
iraniano;
- mercati borsistici ai massimi storici relativi degli ultimi anni (si è recuperato in tre anni quello
che si è perduto in nove mesi);
- proiezione di un preoccupante rialzo dei tassi in eurolandia dopo il raggiungimento di uno
storico minimo dell’EURIBOR a due punti percentuali;
- indebitamento di grandi multinazionali, banche, fondi e grandi speculatori in yen giapponesi in
virtù del loro ridicolo tasso di sconto (meno dello 0,25 %);
Sono sette punti che meriterrebbero ognuno fior di pagine di esposizione e commento: messi
assieme rappresentano in ottica congiunturale una vera e propria serie di ordigni esplosivi ad
orologeria, pronti a detonare ed a svegliarvi dal vostro “fabulous dream of life”. Non pensateci due
volte, cercate in fretta su Ebay un paio di slip d’acciaio prima che si esauriscano troppo
velocemente. La maggiorparte di voi ne avrà bisogno. Qui di seguito un riepilogo sommario di
alcune considerazioni e conseguenze riguardo a quanto puntualizzato sopra.
Il raggiungimento del picco di produzione mondiale del greggio individua un momento storico della
civiltà umana senza precedenti: per la prima volta dopo circa un secolo dalla nascita dell’era
petrolifera, la quantità estratta ed offerta dai paesi OPEC e NON-OPEC non sarà in grado di
soddisfare la domanda complessiva dei paesi industrializzati, creando un deficit giornaliero di circa
4/5 milioni di barili al giorno (destinati a crescere esponenzialmente anno dopo anno).
Il dollaro statunitense è una valuta a rischio. A rischio default. Ne percepiamo il destino dagli
ingenti processi di ristrutturazione delle riserve a favore di oro ed euro da parte di banche centrali e
grandi operatori di mercato: il loro comportamento dovrebbe dirci qualcosa.
Il rialzo dei tassi in Eurolandia porterà piccole imprese e famiglie all’agonia finanziaria, con ovvie
ripercussioni deflattive sul mercato immobiliare (che già da mesi ha iniziato ad annaspare).
Sul mercato borsistico non mi esprimo, lascio ormai ognuno di voi alle proprie certezze ed
aspettative: come si può considerare razionale una tale salita degli indici in rapporto alla salita
senza sosta del prezzo del greggio ? Il greggio sale ogni giorno sempre più e le borse che fanno ?
Salgono anch’esse, come a voler premiare il fatto che pagheremo tutto di più e pertanto questo
comporterà maggiori utili e dividendi. Illusioni e fantasie da fantafinanza.
Non da meno il rialzo dei tassi provocherà una lenta ed inesorabile migrazione di liquidità dai
mercati azionari a quelli obbligazionari in seguito ad un aumento dei rendimenti obbligazionari,
rendendo gli strumenti obbligazionari molto più appetibili di oggi.Il rialzo lacrimale del tasso di sconto in Giappone negli ultimi mesi ha già causato un morto sul
campo: la borsa islandese. Certo è un mercato insignificante nei confronti della capitalizzazione
mondiale, ma i primi a collassare sono proprio i più deboli (ed in questo caso i più piccoli).
Tutti a pecora pertanto. Tutti pronti ad essere scannati o tutti pronti a mettersi a pigrecomezzi,
perché è così che finirà, per chi non l’avesse ancora capito. I deficit ed i debiti si pagano con il
denaro. Il sistema turbocapitalistico vive di equlibri e di liquidità. Gli equilibri sono in forte
discussione, alcuni ormai compromessi, come ad esempio il greggio sotto i 40 dollari o il biglietto
verde che perde la sua posizione egemonica, scalzato dall’euro che diventa la nuova moneta
principe al mondo. E la liquidità è anch’essa terminata. Quell’idilliaco ciclope (la Banca Centrale
del Giappone) che ha rifornito di denaro facile circa 1/3 del mondo occidentale in questi ultimi anni,
consentendogli di indebitarsi a costi irrisori quasi nulli, adesso si è svegliato ed ha iniziato a farsi
sentire. Ed il suo sbadiglio ha trasformato di colpo i grandi speculatori da maestosi leoni a conigli
bagnati con la coda tra le zampe, pronti a defilarsi prima che sia troppo tardi (vedi Bath
Thailandese nel 1997). Con la stessa veemenza presto si sveglierà anche l’altro ciclope fintotonto,
la BCE, iniziando ad alzare progressivamente i tassi trimestre dopo trimestre. Ecco quindi che
anche la liquidità abbondante ed a buon mercato, linfa vitale per il sistema turbocapitalista,
cesserà la sua teorica infinita disponibilità. La liquidità, una strepitosa miscela per correre sui
circuiti finanziari e stravincere soprattutto nelle gare truccate, non sarà più disponibile ed
abbondante come prima, mettendo a rischio la sopravvivenza dell’intero sistema macroeconomico
del pianeta. La linfa vitale che lo ha sempre sostenuto allora improvvisamente inizierà a
scarseggiare. Perciò tutti a pecora, così di abbondante rimarrà ancora qualcosa: la vasellina. Che
scorrerà a fiumi.
Eugenio Benetazzo
Trader Professionista
tuttiapecora@eugeniobenetazzo.com

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