Il vaccino anti-influenzale favorisce la diffusione dell'influenza suina
Study prompts provinces to rethink flu plan pubblicato il 27 settembre 2009 sul sito del giornale canadese the globe and mail.
Un rapporto suggerisce che le persone che vengono vaccinate [contro l'influenza] hanno maggiore probabilità di contrarre il virus H1N1
Patrick White
Uno “sconcertante” studio canadese che lega il virus H1N1 ai vaccini contro l'influenza stagionale sta creando scompiglio nel piano nazionale contro l'influenza nel caos e sta mettendo alla prova la fiducia dei cittadini nei confronti delle agenzie governative responsabili per la protezione della salute.
Distribuito per una revisione autorevole la scorsa settimana, lo studio ha creato confusione tra gli esperti di malattie infettive suggerendo che le persone vaccinate contro l'influenza stagionale hanno una probabilità doppia di contrarre l'influenza suina.
Lo studio è attualmente oggetto di una revisione autorevole, ed i conduttori di tale ricerca, Danuta Skowronski del British Columbia Centre for Disease Control [Centro per il Controllo delle Malattie della Columbia Britannica] e Gaston De Serres della Laval University non devono aprire bocca fin quando non verrà pubblicato.
Dopo avere incontrato un forte scetticismo iniziale sia in Canada che all'estero, lo studio ha convinto finora diverse agenzie sanitarie delle province canadesi ad annunciare una frettolosa sospensione delle vaccinazioni stagionali, da tempo un caposaldo della pianificazione della sanità pubblica.
“Ha confuso tutto in una maniera molto pesante,” ha detto il dottor Ethan Rubinstein, direttore del dipartimento per le malattie infettive degli adulti dell'Università di Manitoba. “E certamente ci è costato la credibilità da parte dei cittadini a causa delle raccomandazioni conflittuali. Fino alla scorsa settimana, c'era sempre stato un forte incoraggiamento nei confronti della vaccinazione per l'influenza stagionale.”
Questo sabato il Quebec si è accodato ad Alberta, Saskatchewan, Ontario e Nuova Scotzia nel sospendere le vaccinazioni per l'influenza stagionale per tutte le persone al di sotto dei 65 anni di età. Il ministro della salute del Quebec ha annunciato che posporrà le vaccinazioni a gennaio, lasciando liberi i mesi autunnali perché gli specialisti si concentrino sulle vaccinazioni contro il virus H1N1, che si aspetta sia il ceppo di influenza più severo di questa stagione.
“Quando l'ondata del virus H1N1 è passata, ci sarà tempo a sufficienza per vaccinare contro l'influenza stagionale,” ha detto il dottor Rubinstein.
La Columbia Britannica dovrebbe annunciare una simile sospensione durante una conferenza stampa lunedì mattina.
Altre province, inclusa quella del Manitoba, stanno ancora ponderando una risposta alla ricerca.
La provincia del New Brunswick resiste solitaria, ed ha annunciato la scorsa settimana che porterà avanti le vaccinazioni per l'influenza stagionale per tutti i residenti ad ottobre, come originariamente pianificato.
Fino adesso l'impatto dello studio è confinato al Canada. Ricercatori negli Stati Uniti, Gran Bretagna ed Australia non hanno riportato lo stesso fenomeno. Marie-Paule Kieny, la direttrice della ricerca sui vaccini dell'Organizzazione Mondiale della Salute, ha detto la scorsa settimana che i dati canadesi sono un'anomalia sul piano internazionale e che potrebbero costituire uno “study bias.”
Una commissione internazionale sta attualmente controllando i dati della ricerca. “Il processo di revisione è stato accelerato, quindi speriamo in una risposta entro pochi giorni” ha detto Roy Wadia, portavoce del British Columbia Centre for Disease Control.
Il dottor Rubinstein, che ha letto lo studio, ha affermato che appare ben fondato.
“Ci sono un grande numero di autori, tutti eccellenti e credibili ricercatori” ha detto. “E l'ampiezza del campione studiato è molto ampio – 12 o 13 milioni di persone prese dai sistemi centrali di raccolta dati di tre province. La ricerca è solida.”
La sospensione della vaccinazione non si applica a persone al di sopra dei 65 anni di età. I più anziani sono considerati più suscettibili di sviluppare severi sintomi influenzali. allo stesso tempo essi sono portatori di anticorpi ad un'influenza del1957 che sembra proteggano dall'attuale versione del virus H1N1.
Anche se il legame statistico è provato, la connessione tra i vaccini contro l'influenza stagionale ed il virus H1N1 resta misterioso. Una ipotesi è che il vaccino tiene occupate le cellule che altrimenti produrrebbero anticorpi all'H1N1.
Ma, secondo il dottor Dr. Rubinstein, la ricerca mostra che le persone che hanno ricevuto il vaccino contro l'influenza stagionale del 2007-08 sono rimaste vulnerabili all'insorgere dell'influenza suina del 2009 – un intervallo che dovrebbe fornire un sufficiente tempo di recupero alla maggior parte dei sistemi immunitari.
“Non comprendiamo il meccanismo,” ha detto il dottor Rubinstein. “Al momento attuale è alquanto sconcertante.”
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