Curcuma e cancro: non solo prevenzione



Si è appena concluso a Washington il Meeting dell'American Institute of Cancer Research, dove i massimi esperti mondiali hanno discusso della relazione tra alimentazione, attività fisica e prevenzione e cura delle forme tumorali. Tra le numerose novità la sempre maggiore importanza dell'uso di alcune spezie, presenti da secoli nella tradizione alimentare, che la scienza sta documentando come attivissime nella difesa anticancro. In particolare la Curcuma si segnala per una ricchezza e una intensità di azione che la mettono alla pari dei più potenti farmaci antineoplastici.

Una intera sessione del convegno di Washington è stata dedicata alla importanza del resveratrolo e di alcune spezie nella difesa antitumorale. Il ruolo antiossidante di alcune sostanze è noto già da anni, ma per molte sostanze alimentari sta invece emergendo un ruolo molto più assimilabile a quello di un farmaco, e il loro ruolo nella terapia medica sta diventando sempre più documentato ed evidente.

La Curcuma, spezia già nota ai lettori di Eurosalus per le numerose precedenti segnalazioni già fatte su queste pagine, evidenzia un suo ruolo potente in numerose condizioni. Il dottor Bharat Aggarwal, docente di ricerca oncologica alla Texas University e direttore del Laboratorio di Ricerca sulle Citochine, ha proposto in un intervento che ha tenuto viva l'attenzione di tutti, le azioni documentate della curcumina (uno degli alcaloidi presenti nella Curcuma) proiettando il suo uso terapeutico nei diversi possibili ambiti di applicazione.

I lavori più recenti hanno ormai evidenziato la relazione potente tra l'infiammazione cronica e lo sviluppo di alcune citochine infiammatorie e lo sviluppo o la progressione di alcune forme tumorali. Al centro di questo processo di innesco o di controllo c'è un fattore nucleare (il cui nome tecnico è NF-kB) che è diventato l'obiettivo primario della ricerca antitumorale attuale.

In un recente articolo pubblicato su Current Opinions in Pharmacology nell'agosto 2009, lo stesso Aggarwal ha descritto i diversi modi in cui si può ridurre o eliminare lo stimolo diretto sull'NF-kB. L'azione di alcuni antinfiammatori è assolutamente orientata alla attività di un solo gene, mentre l'azione di un prodotto come la Curcuma, per la ricchezza del fitocomplesso che viene utilizzato in terapia, modifica numerose vie metaboliche correlate a numerosi geni in contemporanea.

Nello sviluppo dei farmaci, la promiscuità è una virtù e non può più essere considerata un difetto. Significa cioè che la Curcuma agiwsce in modo più ampio e integrando più settori di intervento, garantendo così un risultato più completo.

Le spezie quindi possono bloccare NF-kB, e a fianco della Curcuma troviamo la capsaicina, presente nel peperoncino rosso, lo zerumbone presente nel ginger, la diosgenina presente nel Fieno greco ed altri ancora.

L'azione difensiva della Curcuma si è evidenziata in tutte le forme tumorali conosciute, e si è scoperto che esiste una azione contemporanea anche sui PPAR gamma, sostanze importantissime nella regolazione del consumo energetico e della insulinoresistenza nell'uomo. Inoltre la Curcuma in associazione alle terapie oncologiche classiche va a potenziare l'azione dei chemioterapici normalmente utilizzati.

Non abbiamo quindi a disposizione una sostanza utile solo nella prevenzione delle malattie tumorali, o nella prevenzione delle malattie neurodegenerative come Alzheimer e Parkinson, ma un vero e proprio farmaco naturale, conosciuto dalla tradizione in modo empirico per centinaia di anni, e solo oggi grazie a chi è in grado di studiare e fare ricerca in modo integrato, a disposizione di tutti.

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