Giustizia per Sankara. 5000 firme entro il 21 dicembre 2010. E’ possibile!

Giustizia per Sankara  giustizia per l’Africa

Buongiorno a tutti,
grazie di aver sostenuto l’appello Giustizia per Sankara giustizia per l’Africa che si trova all’indirizzo:  
 
Con il vostro aiuto abbiamo già superato ampiamente le 4.500 firme, alle quali occorre aggiungere altre 300 firme cartacee che stiamo raccogliendo in questi giorni provenienti dal Burkina Faso.
Già numerose personalità, organizzazioni associative o politiche hanno firmato l’appello. Non esitate quindi a sollecitare altre organizzazioni o personalità.
E’ possibile e allo stesso modo facile, per poco che noi ci impegniamo, raggiungere ed oltrepassare l’obiettivo di 5.000 firme il 21 dicembre. Addirittura, se ognuno di noi raccogliesse una firma in più, potremmo avvicinarci alle 10.000 firme.
Queste cifre ci permettono di entrare in una fase attiva della nostra campagna, ci stiamo lavorando, ma maggiori saranno le firme e più saremo udibili e la stampa non potrà restare ancora a lungo silente sulla nostra campagna.
E’ tempo che la verità sull’assassinio di Sankara sia conosciuta e che giustizia sia resa. E’ ora che questo si muova in Burkina ma anche in Francia.
Noi possiamo contribuire a far si che questo avvenga.

Contiamo su di voi






«Vorrei che la nostra conferenza adottasse la necessità di dire chiaramente che non possiamo pagare il debito. Non in uno spirito bellicoso: questo, per evitare che ci facciamo assassinare individualmente: se il Burkina Faso, da solo, si rifiuta di pagare il debito, io non sarò più qui alla prossima conferenza»

Thomas Sankara, luglio 1987: meno di tre mesi dopo sarà assassinato
Thomas Sankara è l'ex-presidente del Burkina Faso, paese tra i più poveri dell'Africa ed ex-colonia francese.
In soli 4 anni di governo riuscì a risollevare il suo paese oppresso dalla fame e dalla povertà e lo fece sfruttando le esigue risorse che questo poteva offrire.
In questo video il suo famoso "discorso sul debito" in cui esprime una forte opposizione al pagamento del debito che tutt'oggi opprime la libertà e lo sviluppo dei paesi africani
Questo discorso gli costerà l'inimicizia di Francia e America che, nell'Ottobre del 1987, lo fecero assassinare.
Thomas Sankara moriva all'età di soli 38 anni lasciando moglie e figli e un paese che sarebbe presto ritornato nella povertà.
Sottotitoli a cura di Antonio Mele del Comitato Sankara

Un’icona nell’oblio: Thomas Sankara

16 October, 2007 Un centinaio di persone circa ha partecipato ieri al convegno organizzato da Terra del Fuoco per ricordare il ventennale dell’assassinio di Thomas Sankara. Il 15 ottobre 1987 veniva ucciso a colpi di Kalashnikov una tra le figure più promettenti e coraggiose che il continente africano abbia mai visto. E basta informarsi un minimo sulla figura di quest’uomo per domandarsi per quale maledetto motivo sono così poche le persone che ne abbiano anche solo sentito parlare.
Fa rabbia. In anni in cui il bisogno di uomini simbolo è più che mai sentito, in tempi dove il viso stilizzato di Che Guevara si trova ovunque (anche in contesti che poco sarebbero appartenuti al Comandante), quello di Thomas Sankara è schiavo dell’oblio. “Sankara è la luce in fondo al tunnel”, ha detto Mambu Mulumba, dell’associazione Africani in Piemonte. Il buio è formato da tutti quegli africani che, schiavi per decenni dei gioghi europei, non si sono ancora liberati di un intrusione occidentale che oggi sotto altre forme ipnotizza il continente “più vecchio” del pianeta. La fame di potere e denaro accieca la maggior parte dei presidenti africani di oggi che a beneficio di pochi oligarchi arena ogni prospettiva di sviluppo per milioni di africani. Sankara non ci stava. La sua voce suonava forte nel rivendicare il diritto naturale del suo popolo a sfruttare le proprie risorse per il bene del loro Paese. E’ stato ucciso per questo. Perchè unica voce sostenitrice dell’annullamento del debito. Perchè personaggio scomodo. Perchè lo sviluppo dato al Burkina Faso nei suoi quattro anni di presidenza non era previsto e gradito dalla Madre Francia. Perchè il diritto all’istruzione, i diritti dati ai lavoratori, alle donne, la lotta alla corruzione, la sua politica di austerità, tutto faceva digrignare i denti a buona parte dell’Occidente.
Di Sankara rimangono gli sfacciati quanto giustificati discorsi alle Nazioni Unite, rimane l’eco dei cori dei burkinabè nelle strade di Ouagagoudou, rimane quell’incolmabile esempio di leader politico che da vero leader agisce, rimane una tomba vuota, rimane un vergognoso certificato che parla di “morte naturale”. Parliamo di Sankara! Datemi una sua foto, la voglio stilizzare, farla a bandiera e metterla proprio lì, a fianco al posto di quella di  Hernesto Guevara.

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