E se la crisi papale fosse solo geopolitica?

Ho tradotto questo articolo perché mi è sembrato molto vicino alla realtà anche se descrive un solo aspetto del "complotto" contro la chiesa cattolica. Non sto assolutamente difendendo il Papa e il Vaticano, non sto difendendo i crimini pedofili e l'omertà del papato. Sono convinta (e non sono la sola) che da decenni il Vaticano e la chiesa cattolica sono infiltrati da personaggi (sicuramente anche qualche Papa) e movimenti che brigano per distruggerne le fondamenta, al solo scopo che una nuova religione mondiale possa sostituirla. - Giuditta

Et si la crise papale relevait de la géopolitique ?

Traduzione di Giuditta.

Roland Hureaux si chiede se, al di là delle polemiche sul Papa, non staremmo assistendo ad un ribaltamento geopolitico. Mentre Mosca si sta avvicinando a Roma, il mondo anglosassone dichiara la guerra al Vaticano.

Il notevole tam-tam mediatico che ha colpito la Chiesa cattolica negli ultimi mesi è stato l'occasione di una riclassificazione, passata inosservata, le cui conseguenze geopolitiche potrebbero essere considerevoli.
Ricordiamo che in The Clash of Civilizations (1996), Samuel Huntington, opponeva la  civiltà "occidentale", Nord America ed Europa occidentale, sia cattolica che protestante, alla civiltà "ortodossa", Russia, Grecia, Serbia ecc. anche se le differenze teologiche tra cattolici e ortodossi sono molto più tenue di quelle tra Roma e le differenti chiese protestanti.
E' questa frattura che potrebbe ora essere messa in discussione.

Il sostegno della Chiesa Cattolica Russia

Chi ha notato in effetti, durante le tempeste successive che hanno scosso il papato: i discorsi di Ratisbona, la revoca delle scomuniche dei seguaci di monsignor Lèfevre, la prevenzione dell'AIDS in Africa, le memorie di Pio XII, e culminate nelle ultime settimane con il problema degli abusi sessuali sui minori (termine che preferiamo a quello di pedofilia, poiché si tratta di eros e non philia) attribuito al clero, il sostegno incrollabile della Russia al papato?  Tanto quello del Patriarcato di Mosca, che quello del governo russo.
Chi l'avrebbe mai detto? La Pravda stessa, un tempo organo del partito comunista, denuncia gli « sleali attacchi » contro Benedetto XVI.
I favori di cui il suo predecessore polacco non ha mai beneficiato, non sono stati mai lesinati al papa tedesco.
L'incredibile  « pellegrinaggio »del capo di stato russo a Notre-Dame a Parigi per venerare la corona di spine che Saint Louis avrebbe riportato (dalla Palestina), è nello stesso spirito di apertura verso il mondo cattolico.
Diranno che tutto questo è politica. Naturalmente. Ma i grandi avvenimenti della storia della religione, dalla conversione di Costantino e di Clovis, allo scisma del 1054 fra Roma e Costantinopoli, e dall'adesione dei principi tedeschi a Lutero al Concordato del 1801, non furono essi tutti avvenimenti politici?

Il mondo anglo-sassone, epicentro degli attacchi contro il Papa
Viceversa, chi ha fatto caso, che gli attacchi più virulenti contro il Papa sono venuti dagli anglo-sassoni? Il New York Times è stato in questo senso particolarmente avanguardista. Alcuni scienziati britannici e americani vorrebbero addirittura portare Benedetto XVI dinanzi alla Corte penale internazionale!
Al centro dell'affare Williamson vi era già il Der Spiegel, che rappresenta la Germania protestante e che, pur essendo laico, è anti-cattolico.
Bisogna ammettere che la Francia, il cui anticlericalismo è stato per lungo tempo proverbiale, si è trovata nella maggioranza di questi affari, in posizione di gregario, poichè i media più accaniti contro il Papa sono stati quelli la cui linea pro-atlantica è la più affermata, gli stessi, che per esempio, lanciarono il più grande grido d'allarme contro i serbi 10 anni fa.
Senza dubbio gli Stati Uniti sono lontani dall'essere unanimi sulla questione religiosa. Due blocchi si affrontano con rara violenza, principalmente sulla questione dell'aborto. Ma New York resta l'epicentro della comunità WASP (white anglo-saxon protestant, bianchi anglosassoni protestanti), la quale domina la sfera occidentale da almeno un secolo e che nutre dal XVII secolo una indefettibile animosità contro la Chiesa di Roma.

Durante la Guerra Fredda, questa ostilità era sopita, la Chiesa cattolica appariva a partire del 1945 come un'oggettiva alleata  contro il comunismo. Nei 15 anni che seguirono la caduta della Cortina di Ferro, Giovanni Paolo II, polacco eletto nel 1978 ha beneficiato anche lui di questa benevolenza. Può darsi che sia stata la ragione per la quale, egli è stato così timido nel condannare la guerra in Jugoslavia.
Verso un nuovo paradigma
Rispetto a tale schema, è ormai chiaro che i tempi sono cambiati.

Proprio come gli Stati Uniti sopportavano di meno in meno la "differenza" francese e hanno trovato in Nicolas Sarkozy un efficace agente di normalizzazione, è come se una parte degli anglosassoni sopportino di meno in meno la ""differenza" cattolica.

All'interno della chiesa cattolica stessa, alcuni si chiedono se essa ha, passata la minaccia comunista, ancora molto da guadagnare rimanendo ancorata alla sfera occidentale dove essa si trova di più in più emarginata. Da quando l'Europa ha cominciato a spostarsi, nel XVIII secolo prima, poi, definitivamente, dal 1815, verso una supremazia culturale anglo-americana,  gli europei hanno assimilato, spesso inconsciamente, che la modernità, in tutte le sue forme, viene dal nord-est, i paesi di tradizione cattolica non sono diventati che  dei "cugini di campagna"?
Una emarginazione non solamente geografica ma storica: nello stesso immaginario collettivo, la storia moderna si riduce ad una cascata di emancipazioni, che comincia con la Riforma Protestante, prosegue con l'Illuminismo (francese, ma già molto anglofilo) e si realizza in un universo liberal-libertario, in un tale schema la tradizione cattolica rileva di semplice sopravvissuta .
Chiaramente i segnali forti che Mosca ha inviato a Roma non resteranno senza effetto, Le risposte del Vaticano sono certamente meno evidenti che gli approcci del Cremlino, ma chi ignora che il ravvicinamento tanto controverso con i seguaci di monsignor Lefèvre, indivisibile dal desiderio di restaurare la liturgia, ha come fine la volontà di riavvicinarsi all'ortodossia, collegata a dei riti ancora più anziani? Se, come molti lo pensano, la differenza tra Roma e Mosca è più politica che teologica, un grande passo è stato fatto in questi ultimi giorni in tale direzione.

La crescente furia del mondo liberale nei confronti della Chiesa Cattolica è stata la causa o conseguenza di questa evoluzione? La crisi attuale è il preludio di una sfida al regime Huntingtoniano che ha, fino adesso strutturato la nostra visione del mondo, l'inizio di una "deriva dei continenti" sfociante su una nuova geografia delle civilizzazioni? E' evidentemente troppo presto per dirlo.

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