Acqua in Campania, la base USA ritira le famiglie dei militari
I test effettuati dalle autorità americane sono allarmanti: 89 case su 130 risultano sottoposte a rischio "non accettabile". Bisogna aspettare la fine dell’anno perché vengano controllate le oltre 1000 abitazioni dei militari americani di stanza in Campania e perché vengano concluse le analisi sull’aria. Nel silenzio di Asl e Comune.
Gli Americani sono rimasti inorriditi dopo aver constatato i risultati delle analisi di campioni d’acqua del casertano e del napoletano: “Inquinamento oltre la norma”, “Acqua pericolosa per la sola igiene personale”, “Acqua pericolosa anche per consumo non umano”, “Tetracloroetilene disciolta insieme a coliformi fecali e nitrati”. Con queste motivazioni i militari hanno evacuato 17 famiglie per “rischio non accettabile”. Gli effetti di trent'anni di scarichi indiscriminati di rifiuti tossici stanno cominciando a farsi sentire, e non è che l’inizio.
L’Asl 1 di Napoli, nel novembre del 2008, aveva istituito delle controanalisi per contestare i dati in possesso dell’Us Navy di stanza in Campania (l’inchiesta della Marina USA è infatti partita lo scorso autunno in seguito alla segnalazione di disturbi clinici di vario genere riscontrati nelle famiglie americane che abitano vicino le basi militari). Per bocca del capo dipartimento prevenzione dell’Asl nonché principale referente in materia di igiene e sanità del sindaco Rosa Russo Jervolino, Giuseppina Amispergh, si dichiara che l’allarme è “pericoloso e ingiustificato”. Il Comune di Napoli dichiara: “Acqua potabilissima, bevete senza preoccupazione”. “Rischi non accettabili nei rubinetti di Napoli città” dichiarano invece gli Americani. Di chi fidarsi? Risposta scontata. Gli appelli di oncologi e medici campani stanno cadendo nel vuoto: già si era parlato della città di Bacoli e di come l’assunzione di acqua inquinata e il consumo di prodotti agricoli coltivati su campi zeppi d’immondizia. In Campania, infatti, gran parte dell’irrigazione viene effettuata tramite pozzi o allacciamenti abusivi ad acquedotti non controllati. Tenendo conto che la maggior parte dei terreni coltivati viene irrigata dalla rete di canali dei Regi Lagni costruiti sotto i Borbone, i cui argini sono a loro volta costituiti da montagne di monnezza, e la cui acqua in alcuni canali assume strane colorazioni, passando dal verde al giallo fino al blu chiaro, si capisce che il casertano e il napoletano risultano totalmente compromessi. Difficile credere che anche la produzione di mozzarella di bufala, bloccata qualche tempo fa per inquinamento, non sia compromessa anch’essa. Anche perchè in Campania vi è la consuetudine di costruire edifici e allevamenti su terreni interessati precedentemente a scarico abusivo di rifiuti e ci si allaccia a reti idriche anche loro abusive. Inoltre i test della analisi sono sotto il controllo dei clan camorristici, come dimostra un’inchiesta de L’espresso.Gli incendi che si verificano quotidianamente spargono sostanze nocive su campi e pascoli adiacenti, nella totale indifferenza delle autorità preposte che ignorano denunce e segnalazioni dei cittadini esasperati.
Nel frattempo la devastazione va avanti.
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