Vittorio Arrigoni. La tua ferita, la tua ferita nella terra della Palestina usurpata.
'Vittorio, Viktor, alzati'.
Di Samih al Qasim.
Vittorio, Viktor,
alzati da quella bara di mogano,
alzati, alzati dalla tomba, e guarda.
Vittorio Arrigoni,
ecco il tuo sangue caldo,
dal mio corpo trasuda,
si insinua nelle parole,
e scivola, scivola dalle mie parole.
Vittorio,
eccoti con la kufiyya,
bandiera degli uomini liberi
e porta della libertà.
Porta che si allarga sempre di più,
sorvolando, sorvolando gli assedi delle mura fasciste.
Al di là, al di là di tutto,
Vittorio,
al di là anche dei tristi rituali mistici dei sufi.
Una ragazza di Gaza, una ragazza araba,
ti piange, ti piange con la disperazione di una sorella,
di una sorella palestinese,
in nome del popolo, in nome della patria, in nome dell’umanità
e ti stampa un bacio,
è un bacio libero, sulla tua fronte
e ti stringe la mano destra nella sua mano,
nella festa della resurrezione di tutti i martiri,
dalla tomba della catastrofe cieca
e dalle carceri degli occupanti,
nel giorno del sorgere dei simboli della verità eterna,
e nell’alba della libertà.
Vittorio Arrigoni, Vittorio Arrigoni,
sei come una rosa moscata,
un fiore, un fiore d’Italia.
La tua ferita, la tua ferita nella terra della Palestina usurpata,
nei profondi significati di Gerusalemme,
e nelle canzoni di Gerusalemme.
Lui è un amico delle palme, un amico del sole,
è amico della bandiera rivoluzionaria,
un fratello dell’internazionalismo.
Vittorio,
uccello del paradiso, Vittorio,
l’ulivo è il tuo spirito
ed è una patria eterna.
L’eco della tua voce rimane eterna,
la tua ombra è un pergolato davanti alla porta di casa.
Tu sei come un falco, un falco negli spazi magici,
le tue ali sono la sincerità delle tue buone intenzioni.
Vittorio, Vittorio, Viktor,
alzati e guarda.
Consola la tua sofferenza in noi,
e ricorda, ricordati che sei ancora la coscienza dell’umanità.
I semi del tuo sangue sono ancora vivi,
è tutto vivo ancora nello spirito,
vive nel popolo, vive in tutti gli angeli della terra,
vive, vive, vive in tutti noi.
Vittorio, Viktor, Vittorio,
sofferenza, nostalgia, pace, salute...
Questa è la poesia inedita recitata dal poeta palestinesi Samih al Qasim domenica 15 maggio, al Salone del Libro di Torino.
"Una poesia rap in memoria dell’uomo e martire Vittorio Arrigoni, conosciuto nella striscia di Gaza con due nomi, Vittorio e Viktor”, come ha spiegato il grande poeta palestinese.
La traduzione in italiano è della professoressa Isabella Camera d'Afflitto, di alcuni membri della comunità palestinese, e di Lucy Ladikoff, già traduttrice per al-Qasim.
http://www.arabismo.it/?area=letteratura&menu=narrativa&pag=alqasim
fonti:
http://www.infopal.it
http://ilsole24h.blogspot.com/2011/05/vittorio-viktor-alzati-di-samih-al.html
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