La Rete, galera dorata, senza sbarre ma totale.
Privacy. Stallman: “Siamo prigionieri della Rete” (1)
barbaranotav
Per
Richard Stallman, guru del software libero, condividere se stessi su
social network, motori di ricerca e tablet è infilarsi volontariamente
in una galera dorata, senza sbarre ma totale.
Se Pico della Mirandola avesse conosciuto Richard Stallman, oltre alla libertà tra scegliere di essere angeli o bruti, probabilmente avrebbe aggiunto una terza opzione: usare il software libero. Per Richard Stallman, fondatore della Free Software Foundation e padre di GNU, che insieme al kernel Linux forma GNU-Linux, è l’unica scelta etica, l’unica che ti rende libero da quella che chiama «colonizzazione digitale».
Stallman ha raccolto numerose prove secondo cui dietro ai software proprietari si nasconde una vasta operazione di controllo che spia costantemente gli ignari utenti. Windows ad esempio ha almeno due sistemi di sorveglianza. Ogni volta che l’utente cerca qualcosa nei suoi file il sistema e il suo firewall riportano un messaggio a qualcuno. Mentre in fase di aggiornamento si pensa che il sistema Microsoft
segnali la lista di tutti programmi che installati dallo stesso utente.
«Alla fine degli anni Novanta - afferma Stallman – questo era fatto apertamente, ci furono molte critiche, la Microsoft allora tolse il dispositivo, ma poi lo rimise di nascosto qualche anno dopo. Qualcuno lo ha scoperto e c’è voluta una certa perizia perché i dati vengono inviati criptati e se guardi il traffico di rete non vedi che cosa viene mandato. Ma qualcuno ha trovato il sistema per entrare nei codici
usando una funzione di callback e ha guardato i suoi dati prima che
fossero criptati e spediti via Internet e così ha visto che c’era la lista dei programmi che aveva installato».
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Fonte: Il Manifesto
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